Consigli (da genitore a genitore) per la gestione pratica dei bimbi con displasia evolutiva dell’anca

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Questo articolo è frutto dell’esperienza di Valeria e Simone, genitori di Clara, una bimba trattata con divaricatori e gessi per una lussazione dell’anca, dalla loro disponibilità e dalla voglia di raccontarsi e di essere utili ad altri genitori che si ritroveranno in situazioni analoghe.

La pagina è concepita con l’intenzione di essere “aperta” a eventuali aggiunte o suggerimenti da parte di altri genitori che hanno avuto o avranno esperienze simili (inviare i suggerimenti a info@ortopediatria.org).

A Valeria, Simone e Clara, va tutto il ringraziamento nostro e di tante famiglie di bimbi con displasia evolutiva dell’anca!

“La nostra esperienza con la displasia dell’anca

“Quando alla nascita di un figlio ci viene comunicata questa patologia ci si sente come investiti da una doccia fredda. Questo perché si tratta di una problematica molto spesso sconosciuta a noi genitori, di cui si sente parlare poco, quindi è lecito sentirsi soli e spaesati visto che ci si trova a dover affrontare una cosa ignota. 

Ma di fronte alla sofferenza e alla preoccupazione emerge inaspettatamente una grande forza di volontà che aiuta ognuno, a modo proprio, ad accettare a tempo debito questo passaggio.

L’aspetto psicologico nell’affrontare e gestire questa situazione è determinante durante tutto il cammino. I bambini infatti, anche se appena nati, percepiscono gli stati d’animo di chi si prende cura di loro quindi, se noi ci sentiamo spaventanti e affranti, loro reagiranno con insofferenza all’immobilizzazione perché assorbiranno la nostra tensione, il nostro senso di impotenza. 

Oggettivamente vedere le gambine del proprio figlio bloccate da un tutore o da un gesso non è cosa facile, si vorrebbe abbracciare il nostro fagotto e sentire tutta la sua morbidezza invece, per più o meno tempo, ci si deve abituare a tenere in braccio un bimbo con dei sostegni rigidi, in modo scomodo e inusuale, ma quello che noi spesso dimentichiamo è che il loro spirito di adattamento è molto più sviluppato del nostro e loro risentono di questo blocco molto meno di quanto pensiamo.“

LCA
Clara in braccio al suo papà e sull’altalena

“Un’altra regola importante, durante il percorso della terapia,  è quella di rispettare i tempi indicati dai medici e mantenere il tutore secondo le indicazioni fornite, non fare mai di testa propria mossi dalla compassione o dallo sfinimento, i bambini devono stare con il tutore indossato come se quella fosse la loro condizione naturale quindi, toglierlo al cambio pannolino e/o al bagnetto, o mai se questa è l’indicazione del proprio ortopedico. 

Questa è la cosa migliore per loro che noi possiamo e dobbiamo fare, questo è l’unico modo corretto affinché il problema si risolva senza perdita di tempo prezioso.

Ciò significa che bisogna avere fiducia del medico che ha in cura il piccolo, si deve infatti percepire di essere in buone mani.”

Ecco qui i loro consigli pratici, uniti ai suggerimenti di altri genitori, buona lettura!

ORTOPEDIATRIA