Questo materiale informativo è frutto dell’esperienza dei medici dell’Equipe di OrtoPediatria
Piede piatto nel bambino: aspetti clinici semplificati per genitori e pediatri
Il piede piatto è caratterizzato dalla riduzione della volta plantare (o arco plantare).
Questo può ad esempio essere evidenziato semplicemente con un podoscopio, su cui il piattismo viene classificato, valutando l’entità dell’appoggio nella parte centrale del piede, da 1° grado (il più lieve) a 4° grado (il più severo).
Nonostante la semplicità e l’immediatezza della classificazione, la reale gravità della situazione non è proporzionale al grado di questa scala.
Il valgismo del retropiede: il tallone (retropiede), se visto da dietro, tende al valgismo, cioè il suo asse, rispetto alla gamba, fa un angolo verso l’esterno (piede piatto valgo). Questo aspetto, anche se più difficilmente quantificabile per l’occhio inesperto (andrebbe valutato sia in piedi da fermo che durante il cammino), è maggiormente correlato all’alterazione dell’asse di carico della caviglia e del piede.
Nell’ambito del piede piatto, la distinzione principale deve essere fatta tra piede piatto flessibile e piede piatto rigido. La maggior parte dei casi appartiene al primo gruppo:
- Piede piatto flessibile. La volta plantare è assente (o ridotta) quando il piede è poggiato al suolo in carico, ma può essere ricreata fuori carico o chiedendo al paziente di andare sulla punta dei piedi. In questa posizione si evidenzia l’arco plantare e il tallone si corregge
- Piede piatto rigido. La volta plantare non si ricostituisce e il tallone non si corregge. Questi casi possono essere secondari a differenti patologie, tra cui patologie neuromuscolari, esiti di piede torto, esiti di astragalo verticale, e sinostosi tarsali. Si rimanda alle rispettive schede informative.
La restante trattazione sarà dedicata alle problematiche più frequenti, quelle del piede flessibile.
Piede piatto nel bambino: due semplici manovre per il pediatra
1) Mettete il bimbo in piedi e osservate da dietro il valgismo dei retropiedi e il piattismo della volta. Chiedete ora di andare sulle punte da fermo e osservate cosa succede:
a) Il tallone piega verso l’interno (cioè si corregge, va al contrario di prima) e la volta plantare si riforma? Si tratta di un piede flessibile.
b) Il tallone rimane valgo e non si forma la volta plantare? Si tratta di un piede rigido.
2) Analogamente, al lettino, col bimbo supino e rilassato, provate a muovere la parte posteriore del piede (sottoastragalica) in direzione di valgismo e varismo, direttamente con le mani (Fig. a, b) o facendo ballottare tutto il piede (Fig. c). Il movimento è libero o avete la sensazione di un blocco articolare?
a) È libero: piede flessibile
b) È bloccato: piede rigido
Facendo queste manovre con regolarità, vi abituerete all’osservazione dei piedi più comuni, i piedi piatti flessibili, e sarete pronti a differenziare i rari casi di piede piatto rigido, che andranno prontamente indirizzati a una visita ortopedica.
Storia naturale: quale futuro li aspetta?
Nei bambini che iniziano a camminare, la volta plantare è fisiologicamente piatta per la presenza di abbondante tessuto adiposo sottocutaneo nella parte plantare del piede; tale tessuto con la crescita si atrofizza.
Inoltre, fisiologicamente il piede mostra uno sviluppo progressivo dell’arcata plantare, dell’appoggio del piede e un miglioramento del valgismo del tallone nel corso dei primi dieci anni di vita circa.
In sostanza, un’elevata percentuale di bambini presenta un piede flessibile, che nella stragrande maggioranza dei casi andrà incontro a risoluzione spontanea.
Questo implica la sostanziale inutilità dell’utilizzo di plantari ortopedici rigidi o scarpe correttive rigide a scopo profilattico per il piede piatto flessibile idiopatico (cioè senza patologie sottostanti) asintomatico.
Purtroppo, anche se la maggior parte dei piedi piatti andrà incontro a risoluzione, non esistono studi o metodologie o scale di valutazione che possano aiutare a prevedere quali piedi non mostreranno questo sviluppo fisiologico e rimarranno piatti.
L’altro aspetto però importante da sottolineare è anche che una grande percentuale di piedi che rimarranno piatti in età adulta non mostrerà conseguenze funzionali significative o problematiche cliniche e non necessiterà di chirurgia.
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