Piede torto nei neonati. Semplici regole per non sbagliare.
Esistono diverse tipologie di “piede torto“: piede torto posizionale, metatarso varo, piede equino-varo-supinato (piede torto classico), piede reflesso e piede talo-valgo-pronato. Ognuna di queste forme presenta caratteristiche peculiari, ed ogni tipologia di “piede torto” necessita di un differente trattamento.
Saper distinguere un piede torto classico da una delle altre forme è essenziale.
Ecco qui una scheda semplice, pensata per pediatri, studenti e chiunque si stia avvicinando all’ortopedia pediatrica!! Ideata dai medici di OrtoPediatria, che da anni si occupano di piede torto congenito e pubblicano lavori sull’argomento: Manuele Lampasi (uno dei pochi medici italiani certificati dalla Ponseti International Association), Camilla Bettuzzi e Giada Salvatori (formatesi rispettivamente a NY presso il centro Ponseti guidato dal Prof.Lehman e ad Iowa City con il Prof. Morcuende erede di Ignacio Ponseti).
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La chirurgia correttiva per la polidattilia del primo dito del piede
La polidattilia preassiale del piede, detto anche alluce bifido o alluce soprannumerario, è una rara malformazione che si caratterizza dalla duplicazione del primo dito del piede.
Questa malformazione congenita viene di solito diagnosticata alla nascita, ed è caratterizzata dalla presenza di una anomalia nel numero delle dita del piede. In particolare, quando si parla di polidattilia preassiale, ci si trova difronte alla presenza di un alluce soprannumerario (all’opposto, nella polidattilia postassiale, il dito soprannumerario è laterale, a livello del quinto dito).
Il dito dito sovrannumerario può avere varia conformazione, può essere costituito da un semplice abbozzo di parti molli, così come da un dito completamente conformato (con relative componenti capsulari, articolari, legamentose ed ossee). Può essere, inoltre, parzialmente o completamente attaccato all’alluce normale.
Un quadro di polidattilia raramente provoca disturbi funzionali, e non incide con l’acquisizione della deambulazione, può tuttavia portare a conflitto con le calzature e disagio estetico.
Come detto, si tratta di una malformazione congenita abbastanza rara, che può essere corretta mediante un intervento chirurgico di asportazione del dito soprannumerario, ed eventuale ricostruzione delle strutture legamentose. La tempistica dell’intervento viene valutata in base all’età del paziente ed alla presenza di eventuali conflitti o disturbi con le calzature.
Oggi pubblichiamo il caso di un paziente di 4 anni, operato dalla dott.ssa Salvatori. Il paziente presentava un alluce bifido era caratterizzato da una fusione cutanea completa tra l’alluce ed il dito sovrannumero.
È stato eseguita la resezione del raggio accessorio e la plastica cutanea. Dopo l’intervento è stato applicata una stecca gessata, ed è stato vietato il carico sull’arto operato per i primi 20 giorni. A guarigione completa delle cicatrici il paziente ha iniziato la graduale mobilizzazione, il carico sul piede operato e l’utilizzo delle normali calzature. Il recupero funzionale è stato ottimale, ed i risultati estetici sono estremamente soddisfacenti.

Intervento di SUPERAnkle
L’intervento di SUPERAnkle è stato ideato dal dr. Paley, ed ha l’obbiettivo di correggere la deformità di piede e caviglia nei pazienti affetta da ipoplasia (detta anche “emimelia”) di perone.
L’ipoplasia peroneale è una rara malformazione congenita, che si caratterizza da deformità del piede associata a ridotta lunghezza della gamba.
Il trattamento moderno di questa patologia non si limita al solo allungamento della gamba più corta, ma parte dalla correzione del piede e della caviglia (e quando necessario del ginocchio). L’obiettivo è di ottenere un appoggio corretto e stabile. Ciò è un requisito indispensabile per il buon risultato della successiva chirurgia di allungamento, e permette di limitare le problematiche correlate all’allungamento stesso (rigidità articolari, deformità secondarie, sublussazioni articolari).
Questo è il caso di un paziente di 3 anni, che è stato sottoposto a intervento di SUPERAnkle, eseguito dalla dr.ssa Bettuzzi.

L’intervento prevede una ampia liberazione delle articolazioni malformate. A questa si associa l’osteotomia della tibia, indispensabile al fine di ottenere la completa correzione del piede e della caviglia. L’osteotomia è stata stabilizzata con fili di K, rimossi a circa 40 giorni dalla chirurgia, assieme al gesso.
Al paziente è stato successivamente prescritto un tutore tipo AFO, con rialzo a compensare la differenza di lunghezza, che consente di camminare e di proteggere la correzione ottenuta.
Il risultato clinico è stato estremamente soddisfacente: il piede presenta appoggio completo e la caviglia risulta stabile.

In questo caso, l’intervento di SUPERAnkle rappresenta la prima indispensabile correzione, in previsione della successiva chirurgia di allungamento della gamba.
Per saperne di più sulla diagnosi ed il trattamento dell’ipoplasia di perone visita le pagine dedicate:

Osteotomia femorale nelle PCI
L’osteotomia femorale nei bambini affetti da esiti di PCI è un intervento che, se eseguito con la giusta tempista, può garantire ottimi risultati funzionali.
Infatti, una delle difficoltà maggiori per chi segue i bambini affetti da paralisi cerebrale infantile è comprendere il momento giusto per intervenire su un’anca che si sta progressivamente lussando.
A volte la paura dell’intervento chirurgico comporta un’attesa eccessiva e un progressivo ma severo peggioramento del quadro clinico. Altre volte invece, l’intervento non è adeguato alla problematica presentata (poco efficace o, al contrario, eccessivo). Occorrono esperienza e conoscenze specifiche di Neuro-Ortopedia pediatrica per gestire al meglio queste situazioni.
L’osteotomia femorale è, in realtà, una procedura relativamente semplice per chi si occupa quotidianamente di queste problematiche e può dare ottimi risultati se eseguita con indicazioni e modalità corrette.
L’intervento consiste nella correzione dell’angolazione del collo femorale, che solitamente in questi pazienti è troppo valgo (semplificando, verticale). Tale correzione si esegue mediante una osteotomia del femore, cioè una sezione dell’osso, che viene poi posizionato con una angolazione più corretta e fissato mediante una placca e viti o con una lama-placca (lo strumentario viene scelto in base alle caratteristiche del paziente, ma fondamentalmente ha la funzione di mantenere i capi ossei nella posizione desiderata fino a guarigione dell’osso stesso).
Vi presentiamo il caso di un paziente, con esiti di PCI, operato dalla nostra equipe.

Il paziente presentava una anca destra sublussata, che si stava progressivamente lateralizzando. La chirurgia ha permesso di ripristinare la corretta centratura e copertura della testa femorale.
Questo tipo di chirurgia, se eseguita con le corrette tempistiche, consente di correggere tempestivamente il problema e di evitare il rischio di dover ricorrere a chirurgia più complessa o a volte demolitiva.
È tuttavia fondamentale seguire il paziente nel tempo, ed effettuare i controllo clinici e radiografici necessari che consentono di affrontare il problema nei giusti tempi.
Per saperne di più visita il nostro Centro Specialistico di Neuro-Ortopedia, ed in particolare le pagine dedicate:
– Interventi di ricostruzione per la lussazione dell’anca nelle PCI
– La sorveglianza della lussazione dell’anca nelle PCI

Chirurgia di allungamento dei metatarsi in un caso di brachimetatarsia
Presentiamo il caso di una ragazzina operata per allungamento dei metatarsi. La paziente presentava un notevole accorciamento del 3 e 4° metatarso del piede destro (detta “brachimetatarsia”), conseguente ad una patologia reumatica che ne aveva danneggiato le cartilagini di crescita, ed interferito con la corretta crescita delle ossa.

La paziente è stata quindi sottoposta ad un intervento chirurgico di allungamento dei metatarsi dall’equipe di OrtoPediatria. La tecnica chirurgica utilizzata ha previsto l’impiego di due piccoli fissatori esterni monoassiali, che hanno consentito il progressivo allungamento delle ossa, fino ad ottenere la correzione desiderata.

In circa 15 giorni, mediante piccoli allungamenti giornalieri (la famiglia è stata istruita per eseguirli al domicilio), è stata ripristinata la corretta lunghezza dei metatarsi. Sono stati poi necessari alcuni mesi di tempo per consentire la corretta consolidazione del gap osseo generatosi a seguito dell’allungamento. In questa fase la paziente ha potuto deambulare caricando sul retropiede, senza dare il carico sull’avampiede.

Una volta guarito completamente l’osso, è stato possibile rimuovere i fissatori, con un piccolo intervento chirurgico.
La paziente è stata poi sollecitata alla graduale mobilizzazione del piede e delle dita, alla graduale ripresa della deambulazione con il carico completo su tutta la pianta del piede, al rinforzo muscolare.
Il risultato, dal punto di vista funzionale che estetico, è stato molto soddisfacente.


Intervento correttivo per gomito varo postraumatico
Presentiamo il caso di una bambina di 8 anni che è giunta alla nostra attenzione per un gomito varo post-traumatico.
Semplificando, a seguito di una frattura avvenuta al gomito qualche anno prima, l’arto superiore destro non cresceva correttamente. Nel corso della crescita, infatti, il gomito ha mostrato una deviazione in varo (verso l’interno), provocando problemi estetici e funzionali evidenti.
La paziente è stata operata dall’equipe di OrtoPediatria, al fine di ripristinare il corretto asse del gomito (valgismo fisiologico) con un ottimo risultato estetico e funzionale.

In questo caso è stato eseguito un intervento di osteotomia correttiva valgizzante. È stata creata artificialmente una frattura (detta “osteotomia”), ed è stato manualmente corretto l’asse del gomito fino ad ottenere un ripristino della normalità. L’osteotomia è stata poi stabilizzata mediante alcuni fili metallici (detti fili di kirschner), che sono stati rimossi con un secondo piccolo intervento assieme al gesso a distanza di circa 5 settimane dall’operazione.

Dopo la rimozione dei fili di kirschner, la paziente è stata avviata alla graduale mobilizzazione del gomito, al fine di recuperare il completo range di movimento in flessione ed estensione. Sono state sconsigliate attività a rischio traumatico per i primi 3 mesi dopo la chirurgia, al fine di evitare possibili lesioni traumatiche a livello dell’osteotomia ancora in corso di guarigione. La paziente è stata invece incentivata a mobilizzare gradualmente e liberamente il gomito ed è stato consigliato il nuoto.
Il recupero è stato molto buono, sia dal punto di vista funzionale che dal punto di vista estetico. A distanza di 6 mesi dall’operazione, la paziente ha ripreso completamente le normali attività di vita quotidiana e sportive. Sono consigliati controlli clinici periodici (annuali) fino a fine della crescita scheletrica della paziente.
Apre il nuovo ambulatorio dedicato alla displasia delle anche
Continua il nostro impegno per la diagnosi precoce ed il trattamento della lussazione e della displasia congenita dell’anca. Inauguriamo un nuovo ambulatorio completamente dedicato alla displasia delle anche.

Ci sarà la possibilità di effettuare:
– ecografie di screening delle anche del neonato (raccomandate in tutti i neonati tra le 4 e le 6 settimane di vita)
– ecografie di secondo livello (per rivalutazione di casi dubbi o per controllo di trattamenti già intrapresi)
– radiografie del bacino, nei casi che lo richiedessero
– trattamenti con divaricatori (applicazione, sistemazione e spiegazioni pratiche)
– confezionamento di gessi
– Valutazione chirurgica dei casi più complessi (riduzione incruenta, cruenta, osteotomie, tettoplastiche, ecc…)
Tutti i passaggi verranno eseguiti da un’equipe dedicata e specializzata. La visita inizierà con l’analisi della storia clinica del piccolo paziente e proseguirà con la visita. Di solito, contestualmente alla visita viene eseguito l’esame ecografico, direttamente in ambulatorio ad opera sempre dei nostri specialisti (con la possibilità di avere un immediato riscontro, e di unire i dati clinici con quelli strumentali ecografici).
Qualora vi fosse riscontro di un quadro di immaturità / displasia / lussazione dell’anca, gli specialisti sapranno darvi tutte le indicazioni ed intraprendere, qualora indicato, immediatamente l’opportuno trattamento.
Nei casi che lo richiedessero (bambini molto grandi, solitamente oltre l’anno di età, o casi dubbi) sarà inoltre possibile eseguire, sempre nella stessa seduta, l’esame radiografico.
L’ambulatorio dedicato alla displasia delle anche si terrà a Bologna presso DYADEA – VIA LARGA.
Per prenotarsi contattare il numero 051505990 (https://www.centrimedicidyadea.it/it/sedi/centro-diagnostico-chirurgico-larga).
Per altre informazioni sulla diagnosi ed il trattamento della displasia delle anche, visita il Centro Specialistico dedicato.

Come applicare di divaricatore di Pavlik per il trattamento della displasia dell’anca?
La displasia dell’anca è una patologia complessa per la quale ancora oggi ci troviamo ad eseguire, nostro malgrado, molti interventi chirurgici. Capita spesso di vedere nei nostri ambulatori piccoli pazienti già in trattamento con varie tipologie di tutore, tra le quali il divaricatore di Pavlik. Evitare alcuni errori di posizionamento ci può spesso aiutare a risolvere il problema.
Innanzi tutto, è bene sempre specificare che la chiave per risolvere il problema non è la chirurgia ma è una diagnosi precoce e un trattamento corretto.
– La diagnosi precoce della displasia dell’anca è basata sull’esame clinico (valutazione della motilità delle anche, di eventuali asimmetrie, del segno di Galeazzi e degli eventuali scatti di Barlow ed Ortolani), da eseguirsi alla nascita ed in occasione dei controlli di salute. L’altro esame imprescindibile per una diagnosi tempestiva è rappresentato dall’ecografia di screening delle anche. Quest’ultimo esame riveste un ruolo fondamentale nell’individuare precocemente ed in maniera affidabile quadri di displasia anche lievi, e va considerato a tutti gli effetti un esame complementare alla visita medica (non sono l’uno sostitutivo dell’altro!!). È molto importante che l’ecografia venga effettuata da personale adeguatamente formato, e le raccomandazioni internazionali consigliano di eseguirla su tutti i neonati, preferibilmente tra la 4^ e la 6^ settimana di vita.
– Per il trattamento corretto della displasia dell’anca possiamo usare diversi tipi di presidi (Milgram, Tubingen, divaricatore di Pavlik …) ognuno di questi ha specifiche indicazioni che ne variano l’utilizzo da caso a caso. Alcuni di questi differiscono di poco l’uno dall’altro, mentre altri trovano campi di applicazione completamente differenti (motivo per cui è importante conoscerli tutti, proprio perché non esiste un divaricatore universale adatto a tutti i tipi di displasia). La cosa più importante è che il centro specializzato sappia utilizzare il divaricatore giusto al momento giusto e sappia applicarlo nel modo corretto.
In questo video spieghiamo come applicare correttamente uno dei presidi universalmente più utilizzati, il divaricatore di Pavlik. Troverete le indicazioni, i consigli utili e gli errori da evitare.
Per saperne di più, visita il Centro Specialistico dedicato alla Displasia dell’Anca

Corso “Ortopedia Pediatrica Oggi”
“Corso teorico pratico – Ortopedia Pediatrica Oggi”
Il corso di settembre è andato talmente bene, e le richieste erano così tante, che siamo stati “costretti” a replicare una seconda data a novembre!!
È una soddisfazione immensa la nostra, non solo per i numeri della partecipazione, ma soprattutto per la qualità. L’apporto dei colleghi pediatri, fisiatri, fisioterapisti, radiologi, osteopati ed ortopedici è stato davvero prezioso per la buona riuscita del nostro Corso di Ortopedia Pediatrica.
Siamo felici di annunciare nuove edizioni, che non si terranno solamente a Bologna, ma anche in altre sedi. A breve comunicheremo date e luoghi. Come da sempre dichiarato, anche nel nostro motto, la formazione riveste per noi un ruolo molto importante … oseremmo dire vitale!
Questo nostro corso è dedicato alla principali problematiche dell’ortopedia pediatrica. Partendo dal neonato (affrontando le tematiche delle malformazioni congenite del piede e della displasia dell’anca – diagnosi e screening ecografico a cui dedicheremo un momento particolare per favorire la comprensione delle immagini ecografiche), si prosegue poi con il bambino e l’adolescente (in particolare analizzando alcune delle problematiche più comuni, quali le deviazioni assiali delle ginocchia – ginocchio varo e valgo, i difetti della deambulazione in intra ed extra-rotazione, la scoliosi, le eterometrie degli arti inferiori). Si parlerà anche di problematiche ortopediche in pazienti con patologie neurologiche e di profilassi antitromboembolica in età pediatrica.
Corso patrocinato SIP (Società Italiana Pediatria) che da diritto a 8,8 crediti ECM.
Il corso è riservato a un numero limitato di partecipanti
- Prima edizione: Sabato 24/9/2022 a Bologna
- Seconda edizione: Sabato 26/11/2022 a Bologna
La pseaudartrosi congenita di gamba
La pseudartrosi congenita di gamba è tra le patologie più difficili da trattare in ortopedia pediatrica. Gli interventi eseguiti tradizionalmente hanno limitate possibilità di successo al fine di ottenere la guarigione, e diverse famiglie si trovano spesso costrette a recarsi all’estero per cercare una valida soluzione.
Vi mostriamo il caso di una bimba di 3 anni che presentava una grave malformazione congenita della gamba: tibia e perone erano “congenitamente fratturate” e non guarivano (quadro clinico chiamato appunto “pseudartrosi congenita”). Le ossa erano sempre più deformate ed accorciate, e la gestione con tutori appositi confezionati su misura non era sufficiente a limitare il progressivo peggioramento della deformità.
Abbiamo sottoposto la bimba a un intervento chirurgico di ricostruzione ossea complesso e delicato, secondo la metodica più moderna descritta dal dr. Dror Paley (uno dei principali esperti mondiali nel trattamento di questa problematica), ottenendo la consolidazione della zona patologica di pseudartrosi.


A distanza di anni, la consolidazione si mantiene regolarmente e la funzionalità è ottima. La situazione richiederà ancora ulteriori procedure con la crescita, ma il risultato è pienamente soddisfacente. L’arto mantiene un corretto asse, e la bambina cammina con la semplice protezione di un tutore.

La pseudartrosi congenita della gamba è indubbiamente una problematica molto rara e piuttosto complessa da trattare, ma se affrontata correttamente fin dall’inizio è possibile ottenere dei buoni risultati.
È importante, per questa condizione, rivolgersi a centri con esperienza specifica ed affidarsi a medici con esperienza in queste tecniche più complesse, ma tuttavia affidabili.
Per saperne di più, visita il Centro Specialistico delle Deformità Congenite degli Arti Inferiori, lì troverai anche una scheda approfondita dedicata alla Pseudartrosi Congenita della Tibia.

Intervento correttivo per piede cadente
Questo ragazzo di 14 anni si è presentato alla nostra attenzione per una paralisi dei muscoli della gamba provocata da un grave trauma.
Era presente un danno funzionale severo (“piede cadente” e cammino con steppage) e il ragazzo era costretto ad avvalersi di un tutore per camminare.
Dopo l’intervento chirurgico eseguito da M.Lampasi, C.Bettuzzi, G.Salvatori e G.Lucchesi dell’equipe OrtoPediatria, il cammino è divenuto più fisiologico ed è stato possibile abbandonare il tutore.
Per saperne di più, visita il centro specialistico di Neuro-Ortopedia
