Giugno, il mese della scoliosi. Parliamo di prevenzione con il Dr. Francesco Lolli

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Sono moltissimi i bambini e gli adolescenti che ogni anno ricevono una diagnosi di scoliosi. Spesso però, per cattiva informazione o sottostima del problema, la patologia viene sottovalutata e trattata in maniera non adeguata (o non trattata affatto). 

Ma cosa si intende per scoliosi

La colonna vertebrale, che in condizioni normali si presenta perfettamente dritta sul piano frontale (vale a dire vista da davanti), può avere in alcuni casi uno sviluppo asimmetrico, tale da condurre alla comparsa di una deformità più o meno evidente. 

Nell’80% dei casi circa dei casi di scoliosi non è riconoscibile una causa sottostante (come ad esempio una malformazione congenita): parliamo in questo caso di scoliosi idiopatica

Con questa scheda cerchiamo di rispondere ad alcune delle tante domande e dubbi sulla scoliosi!!

QUALI SONO I SEGNI CHE POSSONO/DEVONO ALLARMARE I GENITORI? 

La comparsa di asimmetrie nei fianchi e nelle spalle, o di un gibbo costale (in genere maggiormente evidente quando il bambino flette il tronco), deve far sospettare la presenza di una scoliosi. In questi casi, è necessario eseguire una visita specialistica, alla quale seguiranno gli eventuali accertamenti del caso.

COME SI VALUTA LA PRESENZA DI SCOLIOSI?

Il primo passo è sempre l’esame clinico. Lo specialista ortopedico andrà a ricercare segni clinici specifici, quali asimmetrie dei triangoli della taglia (cioè dei profili dei fianchi), del profilo delle scapole o dei livelli delle spalle. Inoltre effettuerà test specifici, quali l’Adam Test (valutazione del paziente a tronco flesso) da in piedi e da seduto. La valutazione ortopedica è inoltre importante per individuare la presenza di possibili anomalie associate, quali differenze di lunghezza degli arti inferiori, alterazioni cutanee (macchie color caffe-latte, segni di disrafismi spinali …), alterazioni dei piedi (es. piede cavo), ed in generale ogni possibile segno che possa ricondurre ad una causa sottostante la scoliosi.

LE RADIOGRAFIE NELLA SCOLIOSI VANNO SEMPRE ESEGUITE?

Sarà l’ortopedico, a seguito della visita, ad indicare l’esecuzione di ulteriori accertamenti, qualora ritenuti necessari. L’esame di primo livello è la radiografia completa della colonna, eseguita con paziente possibilmente in piedi (in ortostatismo). Questa consente di valutare globalmente la colonna e di quantificare l’entità della scoliosi, mediante misurazione dell’angolo di Cobb. Si parla di vera scoliosi in presenza di una deviazione laterale della colonna che supera i 10°, misurati secondo il metodo di Cobb. Inoltre la radiografia consente di valutare ulteriori parametri, quali ad esempio il grado di sviluppo osseo e la crescita residua.  

A CHE ETÀ COMPARE LA SCOLIOSI

La scoliosi idiopatica può comparire in qualunque fase dello sviluppo, con una predilezione per l’età adolescenziale: secondo le casistiche americane, l’85% delle curve sembra esordire dopo i 10 anni di età. La prevalenza nella popolazione è pari allo 0,5-3%, che scende all’1.5-3‰ per le curve più gravi (superiori ai 30° Cobb). Le femmine sono colpite 6 volte più dei maschi.

LA SCOLIOSI È UNA PATOLOGIA EREDITARIA? 

Pur avendo una base genetica (non ancora del tutto definita), la scoliosi non si trasmette per via ereditaria. Esiste però una familiarità, ovvero una predisposizione, se altri membri della famiglia ne sono affetti.

MIO FIGLIO HA LA SCOLIOSI. IL NUOTO PUÒ AIUTARLO?

No, lo sport non influenza (né in senso positivo, né in senso negativo) l’evoluzione della scoliosi.

LA CATTIVA POSTURA SUI BANCHI DI SCUOLA PUÒ DETERMINARE LA COMPARSA O IL PEGGIORAMENTO DI UNA SCOLIOSI? E LO ZAINO?

No, la scoliosi non risente di fattori ambientali come vizi di postura o da come viene portato lo zaino.

COME INTERVENIRE? 

Una diagnosi precoce è fondamentale per impostare il trattamento più adeguato. La scoliosi, ad eccezione delle rare forme del primo anno di vita (che mostrano un’auto-risoluzione in oltre il 90% dei casi), è una patologia evolutiva, che non tende alla guarigione spontanea, ma ad una evoluzione progressiva. Più precoce è l’età di insorgenza, più grave è la scoliosi al momento della diagnosi, maggiore è il rischio di un aggravamento nel corso del tempo, potendo condurre in alcuni casi a deformità estremamente severe. Il trattamento deve essere personalizzato per ogni singolo paziente, e comprende la fisioterapia e l’utilizzo di busti ortopedici.

E LA CHIRURGIA PER LA SCOLIOSI

A differenza di quanto si possa pensare, l’intervento chirurgico può essere eseguito anche molto precocemente (fin dai 2 anni di età, in caso di scoliosi infantili molto aggressive), senza dover aspettare la “fine della crescita”, ricorrendo a sistemi dedicati per ogni fase dello sviluppo. Le tecniche moderne permettono di ottenere ottime correzioni anche in caso di scoliosi gravi, consentendo al paziente di riprendere a camminare dopo pochi giorni e di tornare a casa a distanza di una settimana dall’intervento.

Contenuti a cura del dr. Francesco Lolli, Ortopedico specialista in Chirurgia Vertebrale (www.francescololli.com)